La corsa danneggia le ginocchia?

INTRODUZIONE:

La corsa su lunghe distanze è da tempo divenuta un fenomeno a livello mondiale con più di 30 milioni di appassionati all’anno che partecipano ad una maratona. Questo sport esercita stress ripetuti a livello degli arti inferiori che spesso portano ad infortuni, soprattutto al ginocchio. Dato l’incremento di partecipanti a questa attività, risulta fondamentale comprendere gli effetti che può produrre la corsa sulle articolazioni. La letteratura attualmente prodotta è povera di prove che confermino che la corsa su lunghe distanze, in particolare su strada, possa essere dannosa per le ginocchia. 

In questo articolo cercheremo di fornire più informazioni e conoscenze per permettere al singolo atleta di decidere con maggiore consapevolezza se avvicinarsi alla pratica della corsa su lunghe distanze, presentando uno studio di recente pubblicazione. 

Nello studio in questione sono stati reclutati 115 volontari asintomatici e in ottima salute che si preparavano ad affrontare la loro prima maratona in assoluto. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica ad entrambe le ginocchia 2 mesi prima dell’inizio di un programma di allenamento progressivo/standardizzato per la maratona della durata di 4 mesi. 83 partecipanti hanno completato il programma di allenamento e hanno portato a termine la loro prima maratona e 71 di questi sono stati sottoposti ad una seconda risonanza magnetica a distanza di 15 giorni dalla maratona. 

 

RISULTATI:

Dal confronto delle risonanze, è emerso che dopo la maratona alcuni atleti presentavano segni di sofferenza in diversi distretti del ginocchio (cartilagine patellare laterale, bendelletta ileo-tibiale) e miglioramento di alcune alterazioni strutturali rilevate prima di iniziare a correre (edema dell’osso subcondrale femorale e tibiale). Inoltre le lesioni meniscali asintomatiche riscontrate prima di iniziare il programma di corsa - nota bene: erano presenti anche lesioni a manico di secchio - non hanno subito variazioni.

 

CONCLUSIONI:

I risultati di questo studio sembrerebbero evidenziare come il programma di allenamento alla corsa o la maratona stessa abbiano un effetto protettivo sulle ginocchia in soggetti asintomatici, prima sedentari. Non è da escludere che un regolare allenamento di corsa comporti questi benefici sul ginocchio proprio perché induca un aumento di forza dell’apparato muscolare. Possiamo affermare con certezza che i risultati di questo studio abbiano implicazioni importanti, poichè è stato confermato da tempo che la presenza di edema dell’osso subcondrale sia correlata al rischio di sviluppare osteoartrosi, mentre la corsa sembra contrastare la sofferenza dell’osso subcondrale. Infine, questo studio consolida ulteriormente la scelta di una gestione conservativa delle lesioni meniscali di ginocchio come trattamento terapeutico elettivo (vedi articolo specifico).

 

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

  • Per pazienti e non professionisti del settore:

Questo articolo vuole promuovere l’idea che la corsa, anche su lunghe distanze come la maratona, sia una pratica sportiva salutare ma allo stesso modo non vuole incentivare nessuno ad iniziare a correre senza criterio. È nostra abitudine spiegare ai podisti che si presentano alla prima valutazione che la corsa come ogni altro sport richiede allenamento programmato ed una conoscenza tecnica dello sport, ovvero non è sufficiente uscire di casa e cominciare a correre per definirsi un podista che si allena per promuovere il proprio stato di salute. Per correre bisogna padroneggiare concetti di efficienza/ergonomia di corsa e comprendere come questi possano ridurre gli stress a carico degli arti inferiori; inoltre, è fondamentale conoscere le diverse modalità di allenamento e i relativi obiettivi (es: corsa lenta, ripetute, interval training, corsa in soglia, ecc. o  2-3-4-5-6-7 allenamenti a settimana, volume di chilometri, velocità, collina o pianura). Per questo motivo, rivolgetevi sempre a professionisti competenti del settore, come ogni sport anche la corsa necessita di competenze teoriche di base - nessuno inizierebbe a sciare o giocare a tennis senza aver prima preso lezioni - e, a nostro avviso, ancor più che in altre pratiche sportive visto l’elevato rischio di infortunio associato ad essa. Gli infortuni scaturiscono spesso da errori di programmazione di volume/intensità/frequenza degli allenamenti oppure da scarsa efficienza di corsa, in minor percentuale dalla scelta delle calzature. Per approfondire, invitiamo a leggere anche l’articolo che tratta nello specifico gli infortuni del runner.  

  • Per i professionisti e clinici del settore:

Ogni professionista del settore dovrebbe aggiornare le proprie conoscenze riguardo la pratica della corsa, per poter introdurre un’arma terapeutica in più con effetti protettivi sulle articolazioni e non sconsigliarla come spesso viene fatto. Nel caso in cui non si padroneggino competenze specifiche sulla corsa è bene consigliare di rivolgersi ad un collega qualificato e non improvvisare con piani di allenamento o protocolli di recupero post-infortunio che non siano frutto di un'accurata ricerca scientifica.

“Mi piaceva correre e mi irrobustiva fisicamente e più ancora psicologicamente” (G. Dorio)

 

FONTE: Can marathon running improve knee damage of middle-aged adults? A prospective cohort study. Horga LM

“Per eventuali informazioni specifiche potete trovarci presso il nostro studio a san Lazzaro di Savena - Bologna, in via donini 51 località Cicogna

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